Scrittrice giapponese. Appartenente al ramo cadetto della potente famiglia dei
Fujiwara, dopo un periodo di vita ritirata entrò alla corte nel 1008,
come dama di compagnia di Akiko, una delle mogli dell'imperatore Kyoto. Le sono
attribuiti il libro di poesie
Diario, che abbraccia il periodo della sua
vita a corte nel biennio 1008-09 e la
Storia del principe Genji, vasto e
potente affresco della vita dell'aristocrazia giapponese nell'XI sec., composto
probabilmente tra il 1000 e il 1010. Considerato il romanzo maggiore dell'antica
letteratura giapponese, è suddiviso in 54 libri: i primi 44 narrano la
storia del principe Genji, di cui sono elogiate la bellezza fisica,
l'intelligenza e la cultura; i rimanenti libri, considerati da alcuni critici
opera di imitatori, narrano invece le vicende degli eredi del principe e, in
particolare, del figlio Kaoru. Alla vicenda del principe fanno da sfondo
splendide figure femminili. Conoscitrice della cultura giapponese e cinese,
M. analizza anche il valore e il concetto di arte, esponendo i principi
della creazione letteraria e dedicando un capitolo dell'opera a una vera e
propria critica letteraria. La sua prosa è scorrevole e, per la prima
volta nella letteratura giapponese, ci si sofferma sulla descrizione realistica
della società estetizzante del tempo. Il romanzo servì come fonte
di ispirazione a numerosi altri autori e ispirò molte opere del teatro
No. La lingua, a causa della rapida differenziazione in Giappone tra lingua
scritta e parlata, è divenuta presto incomprensibile (978 circa - 1020
circa).